Prendersi cura degli altri è la fonte di tutte le eccellenze e buone qualità, quindi dobbiamo abbandonare la mente egoistica e generare una mente con l’attitudine a prendersi cura degli altri, meditandoci continuamente, prenderemo familiarità con questa mente. Se in questo momento dovessimo pensare al nostro passato, di quando una persona che reputavamo nemica, oggi è per noi un perno importante della nostra vita o per lo meno la reputiamo una persona amica, quindi abbiamo sviluppato verso di lui un pensiero diverso da quello avuto in passato. Questo ci fa capire che le persone e anche noi cambiamo, a volte un amico diventa nemico, e a volte un nemico diventa amico, quindi dovremmo familiarizzare con il pensiero di scambiare noi stessi con gli altri, perché non c’è alcun dubbio che con la pratica la nostra mente possa cambiare.
Dobbiamo provare ogni giorno, avere a cuore il benessere degli altri e ad abbandonare la mente che si prende cura di noi stessi. A causa della familiarità che abbiamo preso con il nostro corpo, siamo convinti che questo corpo sia proprio nostro, e per questo abbiamo sviluppato attaccamento per esso, ma questo corpo è il risultato dell’unione di nostra madre e nostro padre quindi non è veramente nostro. Se siamo arrivati a pensare che il nostro corpo è “mio”, possiamo allargare la nostra veduta verso gli altri esseri e pensare: il loro corpo è anche nostro.
Dobbiamo prendercene cura, a quel punto, vedremo il nostro corpo e quello degli altri come se fossero uguali, e proprio come ora curiamo il nostro corpo, allo stesso modo riusciamo a prenderci cura del corpo degli altri.
Questo è il significato di prendersi cura degli altri compreso il loro corpo, ciò avviene solo attraverso la
familiarità. Dobbiamo riflettere costantemente sul fatto, che sono molti gli svantaggi nel prendersi cura solo di noi stessi, e se proviamo a comprenderli dal profondo del cuore, ci renderemo conto del fatto che dobbiamo cambiare la nostra attitudine. Quindi a tal proposito dovremmo sviluppare una mente che si cura degli altri, donandogli il beneficio e prendere in cambio le loro sofferenze, questo è il significato di “Scambiare se Stessi con gli Altri”, questa pratica viene anche chiamata Tong-Leng (prendere e dare). Ogni volta che desideriamo un qualcosa che sta al di fuori del nostro corpo e mente, accade che viviamo una situazione di agitazione, depressione, ansia e disagio.
Tutte queste emozioni distruttive sono il risultato di una causa che ci portiamo sempre con noi, il nostro
ego, proprio quest’ultimo è la causa di ogni nostra sofferenza mentale e fisica. Mentre l’ego è sempre rivolto verso sé stesso, la mente altruistica è sempre rivolta verso gli altri, portando non solo felicità a chi ne usufruisce, ma fa sviluppare al donatore le quattro Basi di Brahma (Amore, Compassione, Gioia ed equanimità).
Il miglior metodo per essere sempre felici, è di non cibare il proprio ego che sarà sempre insoddisfatto, e mai felice, ma di rivolgere le nostre attenzioni nel portare beneficio a tutti gli esseri. Riconoscendo lo svantaggio nell’essere egoisti vedremo che non ce niente di costruttivo nel servire il proprio ego, infatti ogni volta che serviamo i nostri intossicanti, come attaccamento, odio, gelosia, invidia ecc. la nostra mente vive uno stato di piena sofferenza, quando le nostre aspettative che avevamo riposto su qualcuno di cui provavamo attaccamento non vengono esaudite,
nella nostra mente nasce insoddisfazione, solitudine, tristezza, seguita da rabbia, tutto questo è
insopportabile!
Ma pensiamo quando facciamo una buona azione libera da aspettative, come una madre che si occupa per i propri figli, quale è il nostro stato mentale? Ecco che la nostra motivazione diventa positiva e costruttiva sia per il donato, che per il donatore, la nostra mente è soddisfatta e felice, ci sentiremo utili, e questo non è dovuto certamente dal coltivare una mente egoista. Dobbiamo recidere quella mente che pensa che la propria felicità è più importante, quella mente è il vero nemico, mentre dovremmo sviluppare il pensiero che la felicità degli altri è più importante, solo così saremo veramente felici. Se reputassimo tutti gli esseri senzienti la nostra vera famiglia potremmo sviluppare pian piano l’attitudine di prendersi cura di loro arrivando al giorno che questa attitudine nasca spontaneamente. Quando usiamo la nostra mente compassionevole, il nostro ambiente interiore e esteriore cambia, ci sentiamo soddisfatti e realizzati, le persone che ci stanno vicino beneficiano della nostra energia positiva. “Qualunque gioia ci sia nel mondo, sorge dal desiderare la felicità degli altri, qualunque sofferenza ci sia nel mondo, sorge dal desiderare la tua stessa felicità” Shantideva.
Meditazione guidata
Sedete in una comoda posizione meditativa riconoscendo che la posizione che sceglierete di eseguire possiate tenerla per almeno 20 minuti. Dopo aver scelto la propria postura meditativa, distendete la colonna vertebrale, rilassate le spalle, allineate le vertebre cervicali portando il mento leggermente indietro ma senza abbassare la fronte in avanti. La punta della lingua tocca il palato e gli incisivi, i denti si sfiorano, la bocca socchiusa e la mandibola rilassata. Lo sguardo degli occhi è rivolto verso la punta del naso o verso il pavimento a circa un metro da voi, le palpebre sono chiuse e rilassate. Rimaniamo per qualche minuto portando l’attenzione mentale sul nostro respiro spontaneo, questo ci servirà per allentare le nostre concezioni, dobbiamo evitare due
fattori che sono da ostacolo alla nostra meditazione, che sono torpore ed eccitazione, quando l’oggetto di meditazione svanisce, questo si chiama torpore, e quindi dobbiamo dare più luce al nostro oggetto; quando l’oggetto della nostra meditazione scompare è perché stiamo osservando altro e questo si chiama eccitazione, quindi dobbiamo riprendere la mente attraverso l’introspezione e riportarlo sul nostro oggetto virtuoso. Dopo che abbiamo ottenuto un po’ di stabilità mentale, dovremmo cominciare a visualizzare per prima le persone amiche difronte a noi, ed attraverso inspirazione visualizzare del fumo nero (questo fumo rappresenta le sofferenze, gli intossicanti, i pensieri negativi e le malattie) che esce dalle loro narici e si incanala nelle nostre portandolo al nostro cuore e che attraverso la nostra compassione viene tramutato in luce che con l’espirazione esce dal nostro cuore entrando nel cuore della persona visualizzata, donandogli ciò di cui la persona ha di bisogno. Un giorno questo esercizio dovremmo estenderlo alle persone che
reputiamo indifferenti e poi a quelle che reputiamo nemiche.