La mente costruttrice

Questa notte mi ritrovavo a meditare su delle parole di Lama Yeshe che avevo letto su uno dei testi dove vengono riportati i suoi insegnamenti che ebbe in giro per il mondo nelle varie università americane e centri di Dharma.
Quello su cui stavo meditando era proprio il fatto che tutto nasce dalla nostra mente, che ogni azione crea un risultato che sperimenteremo successivamente nel corso della nostra vita.
Tutte le nostre azioni positive o negative generano un effetto, e per generare un’azione abbiamo sempre bisogno di un oggetto su cui poter attuare, perché senza l’oggetto, animato o inanimato, non potrà nascere un’azione, e di conseguenza un effetto.

Certo bisogna dire, che gli effetti che sperimentiamo di felicità o sofferenza, non dipendono solo dalle azioni positive o negative di corpo o parola che rivolgiamo verso l’oggetto per cui proviamo attaccamento o odio, ma le nostre azioni sono per la maggior parte del tempo, mentali, i nostri pensieri, i sogni, il sonno profondo dove la nostra mente si assorbe ritirandosi dai chakra e dalle coscienze sensoriali, sono tutte azioni, karma!
Se provassimo a diventare testimoni dei pensieri che si presentano nella nostra mente, potremmo vedere l’intenso traffico di pensieri che occupa il tempo e lo spazio della nostra stessa mente.

È assurdo quanto tempo perdiamo nelle aspettative, nelle preoccupazioni, nei desideri, nelle paure, nella rabbia, è assurda l’energia che sprechiamo in tutte queste azioni sottili, che aspettano di trovare sbocco, uscendo attraverso la porta del corpo o della parola.
Il mondo che ci circonda dipende dalla nostra mente, da ciò che pensiamo, da ciò che desideriamo, da ciò di cui abbiamo paura, da ciò che vorremmo essere.

Ma chi siamo realmente? Certo è che se ragioniamo in questo modo, usando i nostri intossicanti, le nostre oscurazioni, attaccamento, odio e ignoranza, quello che faremo è creare nuovi mondi, nuovi ambienti, nuove esperienze, nuove illusioni e nuovi sogni.
Se tutto dipende dalla nostra mente, se tutte le nostre azioni portano a risultati che sono sempre simili alle cause, allora si, tutto dipende dalla nostra mente, e tutto il samsara dipende da essa.
Se osserviamo i pensieri quando emergono, vedremo che non sappiamo come essi siano iniziati, ma vedremo solo una parte del pensiero, come vedere il flusso d’acqua di un fiume, la sua origine è a noi sconosciuta, e se provassimo a vedere l’origine del nostro pensiero, dovremmo andare a ritroso, provando a vedere quale sia la sua vera causa che ha dato vita a questo pensiero.

Il pensiero ha origini e cause antiche, profonde e lontane, difficili da raggiungere, perché quello che ostacola questa analisi sono le nostre oscurazioni, la nostra assenza di saggezza, perché noi ci limitiamo a percepire il mio e l’io, che sono nessuno dei due è reale, e che, a causa loro limitano la nostra percezione di chi siamo realmente.
Quando diciamo: io, nella nostra mente si genera inevitabilmente l’oscurazione alla conoscenza, e quando diciamo: mio, si generano le oscurazioni afflittive, l’oscurazione alla conoscenza e l’oscurazione afflittiva genera samara, e di conseguenza confusione e sofferenza.

Durante solo una giornata pensiamo a quante azioni generiamo spinte da attaccamento, odio e ignoranza, senza contare tutti gli altri intossicanti come delusione, avversità, bellicosità, invidia ecc.
Visto che senza la saggezza non potremo vedere l’origine dei nostri pensieri, possiamo vedere il samsara come una strada sempre in costruzione, i costruttori di questa strada siamo proprio noi, che attraverso le nostre azioni di corpo, parola e mente, mettiamo pietra dopo pietra su questo sentiero contaminato di sofferenza e confusione.
La nostra mente afflitta crea la strada samsarica, ecco perché non vediamo mai la fine, proprio perché se non smettiamo di pensare in questo modo, se non smettiamo di usufruire degli intossicanti, la strada sarà infinita e ci aspetteranno esperienze di infelicità e di sollievo, e mai di vera felicità.

La felicità dipende da una mente positiva che non si aggrappa all’io e al mio, perché sa che questi sono solo illusioni, non esistenti intrinsecamente.
Abbandonando la mente che si afferra all’io e al mio, smetteremo anche di costruire altra strada samsarica, smetteremo di fare esperienze di infelicità, insoddisfazione, delusione, aspettative, inizieremo a vedere le cose come stanno, vedremo chi siamo realmente, abbattendo i limiti mentali, provando questo grande senso di spazio e di infinita gioia.