Da diversi anni pratico yoga, come spesso accade ai neofiti, all’inizio ero focalizzato sull’aspetto benefico ottenuto a livello fisico, grossolano. Passa il tempo giorno dopo giorno, pratica dopo pratica lo yoga si fa strada sempre più in profondità, così da scoprire strumenti sempre più sottili ed efficaci che si fanno spazio nel quotidiano vivere. Uno di questi straordinari strumenti è il respiro. Nasciamo respirando, eppure presto lo dimentichiamo.
Attraverso l’osservazione, l’ascolto degli asana (posture) rieduchiamo la nostra mente ad osservare il respiro. Iyengar diceva: “Come le foglie s muovono nel vento la tua mente si muove col tuo respiro”.
Questo vuol dire che calmando il respiro portando la nostra attenzione al flusso d’aria fresca, ricca di prana, energia, che attraverso le narici pervade il nostro corpo, agiamo sulla nostra mente. Ciò è meravigliosamente sintetizzato nel sutra di Patanjali “Yogaś-citta-vr̥tti-nirodhaḥ” uno dei versetti più famosi che di solito viene tradotto con : “Lo yoga è la sospensione delle modificazioni della mente”.
Questo mi è servito e può essere di beneficio a chiunque (garantito) per non essere travolti dal fiume di emozioni che la mente può farci sperimentare presentando davanti dei pensieri che ci proiettano nel passato o nel futuro facendoci smarrire il presente, il qui ed ora. Per esperienza personale, all’inizio si può avere un senso di libertà durante e per qualche ora dopo la pratica, ma col tempo, una volta addestrata e consolidata, la mente, rimarrà ancorata ogni tanto perdendo per poi ritrovare e tornare spontaneamente ad osservare quel meraviglioso e naturale flusso che accarezza la nostra anima per tutta la vita.
Per poter beneficiare anche se con poco tempo a disposizione o poca esperienza, propongo una delle mie pratiche: in Tadasana (posizione della montagna) senza modificarlo, entro in ascolto e connessione del respiro. Quando questo avviene, percepisco i movimenti della gabbia toracica, dell’addome e i piccoli movimenti della colonna vertebrale entrare in sintonia, come espressione del respiro. Mantenendo questa connessione, eseguo da 3 a 5 Surya Namaskara (saluto al sole) accompagnando il respiro con movimenti lenti. Conclusi i saluti al sole, assumo una comoda posizione a gambe incrociate o su di un cuscino, torno ad osservare il respiro preparandomi a nadi shodhana (respirazione alternata delle narici) per 6 cicli completi. Infine torno ad osservare quel flusso sottile d’aria che entra dalle narici bel tempo che ritengo opportuno.
Se conosci queste tecniche, provale e magari Lascia un commento, altrimenti fatti guidare da un insegnante per le prime volte.
Spero di esservi stato di beneficio.
Namasté