Vi siete posti mai la domanda, perché nelle persone o negli oggetti per cui provavamo un forte desiderio di ottenerlo pensando che mi potesse rendere felice, e dopo aver esaudito quel desidero, quella felicità pian pian si è dissipata?
Il fatto è che non solo cerchiamo felicità nel posto sbagliato e negli oggetti, ma confondiamo il nostro piacere personale con la felicità permanente, ecco perché quel tipo di felicità che proiettiamo sulle persone o sugli oggetti dei sensi dopo poco svanisce.
Per capire questo dovremmo fare un percorso inverso , che parte da fuori, osservando i nostri sensi che entrano in contatto con gli oggetti esterni, a quel punto dovremmo analizzare quel tipo di oggetto, nelle sue caratteristiche, nella sua natura ultima, dovremmo chiederci se quell’oggetto è veramente reale, se esiste dalla sua parte e quindi permanente.
A quel punto accadrà che ciò per cui proveremo attrazione dipende dalla visione errata che abbiamo del mondo esterno e di noi.
Se cercate qualcosa di intrinseco negli oggetti pensando che sia permanente e che quindi anche la felicità che vi aspettate da quel determinato oggetto lo sia, vi troverete incappati in un altalena che vi spingerà in su verso una felicità impermanente e illusoria che vi proietterà nella delusione e confusione.
Osservando l’impermanenza delle cose, osservando che quegli oggetti dei sensi sono impermanenti e privi di felicità, ne rimarremo liberi, liberi dalle preoccupazioni.
Quando avremo smesso di desiderare troppo e di cercare auto gratificazione, la mente sarà più serena, ed proprio li che potrete trovare la felicità e la pienezza della vostra mente.
Gli oggetti non possono renderci felici, possono solo dare un po’ di sollievo all’insoddisfazione per un piccolo periodo di tempo, pensate quanto sia breve la durata della vita su un corpo umano, e pensate a quanto dura la felicità negli oggetti dei sensi, non c’è niente di certo.
Il modo migliore per essere felici, è impegnarsi nel rendere felici gli altri, riconoscendo che cercare di soddisfare il proprio ego non avrà fine, ma sarà come bere dell’acqua salata senza mai dissetarsi.
di Ignazio Tenzin Dorje